La Tomografia a Risonanza Magnetica o Magnetic Resonance Imaging (MRI) è una tecnica di indagine diagnostica che permette l’acquisizione di immagini di sezioni del corpo umano, sfruttando l’interazione tra i tessuti biologici e il campo elet-tromagnetico. Il dispositivo consiste schematicamente di una sorgente di campo statico, uniforme all’interno della macchina, di intensità compresa tra 0.5 T e alcuni tesla a seconda del modello, a cui è sovrapposto un campo elettromagnetico pulsato, la cui frequenza è proporzionale all’intensità del campo statico. Una serie di bobine, alimentate con correnti aventi forma d’onda rettangolare, permette di controllare il gradiente spaziale del campo statico. Questa tipo di apparecchiatura si presenta quindi come sorgente di campi statici e di campi elettromagnetici nella gamma di frequenze dal centinaio di hertz sino al centinaio di megahertz. La complessità e l’intensità delle emissioni e la necessità di valutare i livelli di esposizione del personale esposto sono tra le ragioni che hanno causato il rinvio al 2012 dell’implementazione della Direttiva 2004/EC/40 riguardante l’esposizione dei lavoratori ai campi magnetici ed elettroma-gnetici. La memoria presenta i risultati di una campagna di misure, svolta nell’ambito del Progetto PRIN 2007 – Mitigazione di campi magnetici prodotti da MRI mediante solu-zioni schermanti tradizionali e superconduttive, finanziato dal MIUR, finalizzata alla determinazione delle emissioni di un dispositivo MRI da 1.5 T e all’identificazione delle condizioni per le quali una schermatura magnetica potrebbe migliorare i livelli di e-sposizione. Particolare attenzione è rivolta alle modalità di misura adottate in relazione alle diverse tipologie di campo generate ed ai valori di induzione misurati in funzione dei diversi cicli di funzionamento, evidenziando alcune specifiche problematiche di misura riscontrate. Sulla base dei valori misurati è quindi effettuata una valutazione dell’esposizione e della conformità ai limiti di esposizione indicati. Con riferimento al dispositivo analizzato e alle sequenze di funzionamento esaminate, i risultati ottenuti mostrano come i limiti di esposizione al campo statico e quelli al campo a radiofrequenza non vengano superati. Tuttavia, per ciò che concerne il campo di gradiente, si riscontrano alcune criticità in relazione ai valori misurati in prossimità della bocca della macchina. Anche qualora si adotti, nella valutazione dell’esposizione, un approccio meno cautelativo, la presenza di personale in prossimità della bocca del dispositivo è sconsigliata, sebbene non sia già oggi comunemente prevista nelle procedure operative.
Misura di campi elettromagnetici generati da dispositivi MRI e valutazione dell’esposizione umana / Borsero, Michele; Crotti, Gabriella; Giordano, Domenico; Zucca, Mauro. - In: TUTTO MISURE. - ISSN 2038-6974. - 4:(2011), pp. 263-266.
Misura di campi elettromagnetici generati da dispositivi MRI e valutazione dell’esposizione umana
BORSERO, MICHELE;CROTTI, GABRIELLA;GIORDANO, DOMENICO;ZUCCA, MAURO
2011
Abstract
La Tomografia a Risonanza Magnetica o Magnetic Resonance Imaging (MRI) è una tecnica di indagine diagnostica che permette l’acquisizione di immagini di sezioni del corpo umano, sfruttando l’interazione tra i tessuti biologici e il campo elet-tromagnetico. Il dispositivo consiste schematicamente di una sorgente di campo statico, uniforme all’interno della macchina, di intensità compresa tra 0.5 T e alcuni tesla a seconda del modello, a cui è sovrapposto un campo elettromagnetico pulsato, la cui frequenza è proporzionale all’intensità del campo statico. Una serie di bobine, alimentate con correnti aventi forma d’onda rettangolare, permette di controllare il gradiente spaziale del campo statico. Questa tipo di apparecchiatura si presenta quindi come sorgente di campi statici e di campi elettromagnetici nella gamma di frequenze dal centinaio di hertz sino al centinaio di megahertz. La complessità e l’intensità delle emissioni e la necessità di valutare i livelli di esposizione del personale esposto sono tra le ragioni che hanno causato il rinvio al 2012 dell’implementazione della Direttiva 2004/EC/40 riguardante l’esposizione dei lavoratori ai campi magnetici ed elettroma-gnetici. La memoria presenta i risultati di una campagna di misure, svolta nell’ambito del Progetto PRIN 2007 – Mitigazione di campi magnetici prodotti da MRI mediante solu-zioni schermanti tradizionali e superconduttive, finanziato dal MIUR, finalizzata alla determinazione delle emissioni di un dispositivo MRI da 1.5 T e all’identificazione delle condizioni per le quali una schermatura magnetica potrebbe migliorare i livelli di e-sposizione. Particolare attenzione è rivolta alle modalità di misura adottate in relazione alle diverse tipologie di campo generate ed ai valori di induzione misurati in funzione dei diversi cicli di funzionamento, evidenziando alcune specifiche problematiche di misura riscontrate. Sulla base dei valori misurati è quindi effettuata una valutazione dell’esposizione e della conformità ai limiti di esposizione indicati. Con riferimento al dispositivo analizzato e alle sequenze di funzionamento esaminate, i risultati ottenuti mostrano come i limiti di esposizione al campo statico e quelli al campo a radiofrequenza non vengano superati. Tuttavia, per ciò che concerne il campo di gradiente, si riscontrano alcune criticità in relazione ai valori misurati in prossimità della bocca della macchina. Anche qualora si adotti, nella valutazione dell’esposizione, un approccio meno cautelativo, la presenza di personale in prossimità della bocca del dispositivo è sconsigliata, sebbene non sia già oggi comunemente prevista nelle procedure operative.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.